CENNI STORICI 432 Hz – 440Hz

CENNI STORICI 432 Hz – 440 Hz

In passato si accordava ad orecchio, oppure come riferimento si prendeva l’organo della chiesa, restando il fatto che rispetto ad altri organi poteva essere accordato diversamente, con il risultato di un’intonazione alquanto variabile a seconda della città, paese, strumento utilizzato, genere musicale ecc.

Händel per esempio preferiva un’intonazione a 423 Hz rispetto a Bach che usava intonare l’organo con il La a 415 Hz, mentre Mozart prediligeva il La a 422 Hz e così via. Si può affermare che nel corso della storia l’intonazione di riferimento del La ha fluttuato in un range grossomodo compreso fra i 322 Hz e i 563 Hz, con una notevole differenza in termini di graveacuto. Difatti, lo stesso pezzo poteva suonare o troppo basso o troppo alto proprio per via della diversa intonazione.

Hertz (Hz) in acustica sta ad indicare l’unità di misura delle frequenze, ovvero il movimento completo (andata e ritorno) che un’onda sonora compie in un secondo. Un suono con frequenza 432 Hz effettua 432 oscillazioni al secondo. L’essere umano riesce a sentire suoni con frequenze comprese tra i 20 Hz ed i 20.000 Hz (vibrazioni acustiche), al di sopra abbiamo gli ultrasuoni e al di sotto gli infrasuoni.

Nel 1884 il Governo Italiano emise un decreto per la normalizzazione del diapason corrispondente ad un La3 pari a 432 Hz su specifica richiesta di Giuseppe Verdi e altri musicisti Italiani. Mentre il Governo Francese stabilisce l’intonazione del La3 a 435 Hz ben quindici anni prima, nel 1859. La scuola Tedesca al contrario prediligeva un’intonazione più acuta, ovvero 440 Hz. Ci sono poi fonti secondo le quali qualcuno afferma che Il La3 a 440 Hz fosse già in uso prima del 1670 in Olanda e tra il 1700 e il 1800 in Francia, Italia, Inghilterra e Germania.

Lettera scritta dallo stesso Giuseppe Verdi  alla cortese attenzione della commissione musicale del governo il 10 febbraio del 1884, che poneva l’attenzione sulla necessità di rendere la musica un linguaggio universale e conforme ad una intonazione armoniosa.

“Fin da quando venne adottato in Francia il diapason normale (che allora si attestava a 435 Hz), io consigliai venisse seguito l’esempio anche da noi; e domandai formalmente alle orchestre di diverse città d’Italia, fra le altre a quella della Scala, di abbassare il corista (diapason) uniformandosi al normale francese.
Se la Commissione musicale istituita dal nostro Governo crede, per esigenze matematiche, di ridurre le 435 vibrazioni del corista francese in 432, la differenza è così piccola, quasi impercettibile all’orecchio, ch’io aderisco di buon grado.
Sarebbe grave, gravissimo errore adottare, come viene da Roma proposto, un diapason di 450.
Io pure sono d’opinione con lei che l’abbassamento del corista non toglie nulla alla sonorità ed al brio dell’esecuzione; ma dà al contrario qualche cosa di più nobile, di più pieno e maestoso che non potrebbero dare gli strilli di un corista troppo acuto.
Per parte mia vorrei che un solo corista venisse adottato in tutto il mondo musicale.
La lingua musicale è universale: perché dunque la nota che ha nome La a Parigi o a Milano dovrebbe diventare un Si bemolle a Roma?”

Giuseppe Verdi nella sua lettera descriveva il suono emesso da questa frequenza come maestoso, nobile e pieno.

Hitler apprezzava la musica di Wagner e questa sembrerebbe essere la ragione storica per la quale egli impose il diapason a 440 Hz (utilizzato da Wagner) come intonazione ufficiale tedesca e successivamente come standard di intonazione mondiale. Anche se fra gli studiosi però c’è chi supporta l’idea che tale scelta abbia scopi differenti, legati ad esperimenti volti a comprendere come il suono in termini di effetti possa agire sull’essere umano. In particolare, un’intonazione più acuta sembrerebbe stimolare il sistema nervoso centrale influenzandone umore e stato d’animo, creando agitazione, ansia e aggressività in coloro che ascoltano.

L’inizio della guerra mise in pausa il tentativo di Hitler di normalizzare tutto a 440 Hz e solo dopo la guerra nel 1953 su richiesta del ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels, lo standard venne accettato definitivamente.

Fu così che per convenzione il La3 a 440 Hz divenne la frequenza di intonazione alla quale tutti gli strumenti e tutte le orchestre dovettero uniformarsi. In seguito a tale imposizione però scoppiarono discussioni e controverse, fino a che un numero sempre più numeroso di musicisti si ribellò, esprimendo la volontà di riportare la frequenza di intonazione ad uno standard più basso, ovvero: 432 Hz.

In Italia la legge n. 170 del 3 maggio 1989 stabilisce che “il suono di riferimento per l’intonazione di base degli strumenti musicali è la nota La³, la cui altezza deve necessariamente corrispondere alla frequenza di 440 Hertz (Hz), misurata alla temperatura ambiente di 20 gradi centigradi.”

In Europa Il Do centrale è indicato con il numero 3 (Do3) mentre negli Stati Uniti con il numero 4 (C4). Il Do centrale o Do3 corrisponde al tasto centrale del pianoforte a 88 tasti, va da se che La3 corrisponda al La centrale.

DO CENTRALE (DO3) IN QUATTRO CHIAVI VIOLINO, CONTRALTO, TENORE E BASSO

Siete liberi di condividere, copiare e ridistribuire il materiale purché ne citiate la fonte, grazie.

A cura di Serena Giannini

CENNI STORICI 432 Hz – 440 Hz

In passato si accordava ad orecchio, oppure come riferimento si prendeva l’organo della chiesa, restando il fatto che rispetto ad altri organi poteva essere accordato diversamente, con il risultato di un’intonazione alquanto variabile a seconda della città, paese, strumento utilizzato, genere musicale ecc.

Händel per esempio preferiva un’intonazione a 423 Hz rispetto a Bach che usava intonare l’organo con il La a 415 Hz, mentre Mozart prediligeva il La a 422 Hz e così via. Si può affermare che nel corso della storia l’intonazione di riferimento del La ha fluttuato in un range grossomodo compreso fra i 322 Hz e i 563 Hz, con una notevole differenza in termini di graveacuto. Difatti, lo stesso pezzo poteva suonare o troppo basso o troppo alto proprio per via della diversa intonazione.

Hertz (Hz) in acustica sta ad indicare l’unità di misura delle frequenze, ovvero il movimento completo (andata e ritorno) che un’onda sonora compie in un secondo. Un suono con frequenza 432 Hz effettua 432 oscillazioni al secondo. L’essere umano riesce a sentire suoni con frequenze comprese tra i 20 Hz ed i 20.000 Hz (vibrazioni acustiche), al di sopra abbiamo gli ultrasuoni e al di sotto gli infrasuoni.

Nel 1884 il Governo Italiano emise un decreto per la normalizzazione del diapason corrispondente ad un La3 pari a 432 Hz su specifica richiesta di Giuseppe Verdi e altri musicisti Italiani. Mentre il Governo Francese stabilisce l’intonazione del La3 a 435 Hz ben quindici anni prima, nel 1859. La scuola Tedesca al contrario prediligeva un’intonazione più acuta, ovvero 440 Hz. Ci sono poi fonti secondo le quali qualcuno afferma che Il La3 a 440 Hz fosse già in uso prima del 1670 in Olanda e tra il 1700 e il 1800 in Francia, Italia, Inghilterra e Germania.

Lettera scritta dallo stesso Giuseppe Verdi  alla cortese attenzione della commissione musicale del governo il 10 febbraio del 1884, che poneva l’attenzione sulla necessità di rendere la musica un linguaggio universale e conforme ad una intonazione armoniosa.

“Fin da quando venne adottato in Francia il diapason normale (che allora si attestava a 435 Hz), io consigliai venisse seguito l’esempio anche da noi; e domandai formalmente alle orchestre di diverse città d’Italia, fra le altre a quella della Scala, di abbassare il corista (diapason) uniformandosi al normale francese.
Se la Commissione musicale istituita dal nostro Governo crede, per esigenze matematiche, di ridurre le 435 vibrazioni del corista francese in 432, la differenza è così piccola, quasi impercettibile all’orecchio, ch’io aderisco di buon grado.
Sarebbe grave, gravissimo errore adottare, come viene da Roma proposto, un diapason di 450.
Io pure sono d’opinione con lei che l’abbassamento del corista non toglie nulla alla sonorità ed al brio dell’esecuzione; ma dà al contrario qualche cosa di più nobile, di più pieno e maestoso che non potrebbero dare gli strilli di un corista troppo acuto.
Per parte mia vorrei che un solo corista venisse adottato in tutto il mondo musicale.
La lingua musicale è universale: perché dunque la nota che ha nome La a Parigi o a Milano dovrebbe diventare un Si bemolle a Roma?”

Giuseppe Verdi nella sua lettera descriveva il suono emesso da questa frequenza come maestoso, nobile e pieno.

Hitler apprezzava la musica di Wagner e questa sembrerebbe essere la ragione storica per la quale egli impose il diapason a 440 Hz (utilizzato da Wagner) come intonazione ufficiale tedesca e successivamente come standard di intonazione mondiale. Anche se fra gli studiosi però c’è chi supporta l’idea che tale scelta abbia scopi differenti, legati ad esperimenti volti a comprendere come il suono in termini di effetti possa agire sull’essere umano. In particolare, un’intonazione più acuta sembrerebbe stimolare il sistema nervoso centrale influenzandone umore e stato d’animo, creando agitazione, ansia e aggressività in coloro che ascoltano.

L’inizio della guerra mise in pausa il tentativo di Hitler di normalizzare tutto a 440 Hz e solo dopo la guerra nel 1953 su richiesta del ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels, lo standard venne accettato definitivamente.

Fu così che per convenzione il La3 a 440 Hz divenne la frequenza di intonazione alla quale tutti gli strumenti e tutte le orchestre dovettero uniformarsi. In seguito a tale imposizione però scoppiarono discussioni e controverse, fino a che un numero sempre più numeroso di musicisti si ribellò, esprimendo la volontà di riportare la frequenza di intonazione ad uno standard più basso, ovvero: 432 Hz.

In Italia la legge n. 170 del 3 maggio 1989 stabilisce che “il suono di riferimento per l’intonazione di base degli strumenti musicali è la nota La³, la cui altezza deve necessariamente corrispondere alla frequenza di 440 Hertz (Hz), misurata alla temperatura ambiente di 20 gradi centigradi.”

In Europa Il Do centrale è indicato con il numero 3 (Do3) mentre negli Stati Uniti con il numero 4 (C4). Il Do centrale o Do3 corrisponde al tasto centrale del pianoforte a 88 tasti, va da se che La3 corrisponda al La centrale.

DO CENTRALE (DO3) IN QUATTRO CHIAVI VIOLINO, CONTRALTO, TENORE E BASSO

Siete liberi di condividere, copiare e ridistribuire il materiale purché ne citiate la fonte, grazie.

A cura di Serena Giannini

No Comments

Leave a Reply

432 HZ – 440 HZ E FREQUENZA SCHUMANNTAB. SCALA CROMATICA PITAGORICA E NATURALE

Singer – Arranger – Composer – Virtual Orchestrator

© Serena Giannini ~ 2017 All Rights Reserved