TAB. SCALA CROMATICA PITAGORICA E NATURALE
TABELLA RIASSUNTIVA – SCALA CROMATICA PITAGORICA E NATURALE – La3 = 432 Hz
Scala Pitagorica Do3 = 256 Hz
Scala Naturale Do3 = 259.2 Hz
Per ottenere un La3 = 432 Hz nella scala naturale, necessita avere un Do3 = 259.2 Hz.
Le frequenze in comune sono: 324 Hz (Mi3) – 432 Hz (La3) – 486 Hz (Si3).
Nel Temperamento Equabile, se si accorda il La3 a 432 Hz si produrrà un Do3 pari a 256,87 Hz; mentre se si accorda il La3 a 440 Hz si produrrà un Do3 pari a 261,62 Hz.
N.B. Non è sufficiente trasformare un brano da 440 Hz a 432 Hz correggendolo con un software (abbassando così la tonalità di 32 centesimi, o per l’esattezza di 31.8 centesimi) per ottenere i vantaggi di questa intonazione, ma è necessario anche che la scala e la tonalità di impianto permettano di avere tali frequenze (Do3 = 256 Hz – La3 = 432 Hz) e i loro armonici naturali. La scala dovrebbe essere quella pitagorica o just intonation. Al momento in occidente l’accordatura a 432 Hz viene fatta su scala temperata (ovvero accordando il La3 a 432 Hz e utilizzando i rapporti di frequenza del temperamento equabile).
SCALA PITAGORICA SCALA NATURALE Nota Rap. Dec. Rap. Fraz. Cent Freq. Hz Rap. Dec. Rap. Fraz. Cent Freq. Hz C3 1.000 1/1 0 256 1.000 1/1 0 259.2 C#3 1.068 2187/2048 114 273.3750 1.042 25/24 71 270 D3 1.125 9/8 204 288 1.125 9/8 204 291.6 Eb3 1.185 32/27 294 303.4074 1.200 6/5 316 311.04 E3 1.266 81/64 408 324 1.250 5/4 386 324 F3 1.333 4/3 498 341.3 1.333 4/3 498 345.6 F#3 1.424 729/512 612 364.5000 1.389 25/18 569 360 G3 1.500 3/2 702 384 1.500 3/2 702 388.8 G#3 1.602 6561:4096 816 410.0625 1.563 25/16 773 405 A3 1.687 27/16 906 432 1.667 5/3 884 432 Bb3 1.778 16/9 996 455.1111 1.800 9/5 1018 466.56 B3 1.898 243/128 1110 486 1.875 15/8 1088 486 C4 2.000 2/1 1200 512 2.000 2/1 1200 518.4 . . .
La scala pitagorica è un sistema musicale utilizzato nella musica antica per la costruzione della scala. ***Essa si basa sul concetto di consonanza perfetta, che si verifica quando due suoni vengono rappresentati da rapporti di numeri interi semplici.*** Viene attribuita a Pitagora, anche se alcuni studiosi ritengono fosse già conosciuta in Mesopotamia fin dal IV millennio a.C. Nel medioevo fu utilizzata nella musica occidentale, ma nel XV secolo con l’uso sempre più frequente degli intervalli armonici di 3ª e 6ª, tale scala si dimostra inadeguata; in quanto, mentre gli intervalli di 5ª e 8ª sono consonanti, quelli di 3ª e 6ª non lo sono (81:64 e 27:16). A tal proposito, nel XVI secolo, il teorico Gioseffo Zarlino propose di utilizzare gli intervalli consonanti della scala naturale, con terze maggiori rappresentate dal rapporto 5/4 e minori rappresentate dal rapporto 6/5. Zarlino stabilì l’altezza dei suoni della scala diatonica, basandosi principalmente sui rapporti matematici della serie armonica. La scala Zarliniana segue quindi la successione naturale dei suoni armonici, ed è costruita su tre tipi di intervallo fra note consecutive: tono maggiore (9/8), tono minore (10/9) e semitono diatonico (16/15). Mentre la scala pitagorica, costruita su due tipi di intervallo: il tono (9/8) e il semitono (256/243), si basa sulla progressione degli intervalli di 5ª con trasposizione dei suoni acuti all’ottava di partenza. Essa ha due caratteristiche principali: uniformità (con solo due tipi di intervallo), e consonanza negli intervalli di 8ª e 5ª.
***Tale combinazione produce un suono piacevole all’orecchio umano, che viene percepito come armonioso.
Nella teoria musicale e nella scala pitagorica, una consonanza perfetta si verifica quando due suoni sono espressi da rapporti di numeri interi semplici, noti come “rapporti pitagorici“. Quello più conosciuto è 2:1, che rappresenta l’ottava. Ciò significa che il secondo suono avrà una frequenza doppia rispetto al primo. Altri rapporti pitagorici includono il 3:2, che rappresenta la quinta perfetta, e il 4:3, che rappresenta la quarta perfetta.***
TERZA E SESTA MAGGIORE (SCALA PITAGORICA-NATURALE) – RELAZIONE TRA I RAPPORTI.
Terza maggiore:
- Nella scala pitagorica, la terza maggiore (Do-Mi) ha un rapporto di 81:64
- Nella scala naturale (o armonica), la terza maggiore ha un rapporto di 5:4
Sesta maggiore:
- Nella scala pitagorica, la sesta maggiore (Do-La) ha un rapporto di 27:16
- Nella scala naturale, la sesta maggiore ha un rapporto di 5:3
La terza e la sesta maggiore della scala pitagorica sono circa 21,51 centesimi più alte rispetto alla terza e alla sesta maggiore della scala naturale, una differenza percepibile ma non enorme.
La leggera stonatura che si verifica nella scala pitagorica è una conseguenza del metodo utilizzato per costruirla, basato esclusivamente su quinte giuste (rapporto 3:2). Questo approccio produce quinte perfettamente intonate, ma introduce piccole discrepanze in altri intervalli, come le terze e le seste. Questi intervalli, pur essendo vicini ai rapporti ideali, risultano leggermente più acuti rispetto alle loro controparti nella scala naturale.
SCALA PITAGORICA
NOTA
RAP. DEC.
RAP. FRAZ.
CENT
FREQ. HZ
C3
C#3
D3
Eb3
E3
F3
F#3
G3
G#3
A3
Bb3
B3
C4
1.000
1.068
1.125
1.185
1.266
1.333
1.424
1.500
1.602
1.687
1.778
1.898
2.000
1/1
2187/2048
9/8
32/27
81/64
4/3
729/512
3/2
6561:4096
27/16
16/9
243/128
2/1
0
114
204
294
408
498
612
702
816
906
906
1.110
1.200
256
273.3750
288
303.4074
324
341.3
364.5000
384
410.0625
432
455.1111
486
512
A cura di Serena Giannini
TABELLA RIASSUNTIVA – SCALA CROMATICA PITAGORICA E NATURALE – La3 = 432 Hz
Scala Pitagorica Do3 = 256 Hz
Scala Naturale Do3 = 259.2 Hz
Per ottenere un La3 = 432 Hz nella scala naturale, necessita avere un Do3 = 259.2 Hz.
Le frequenze in comune sono: 324 Hz (Mi3) – 432 Hz (La3) – 486 Hz (Si3).
Nel Temperamento Equabile, se si accorda il La3 a 432 Hz si produrrà un Do3 pari a 256,87 Hz; mentre se si accorda il La3 a 440 Hz si produrrà un Do3 pari a 261,62 Hz.
N.B. Non è sufficiente trasformare un brano da 440 Hz a 432 Hz correggendolo con un software (abbassando così la tonalità di 32 centesimi – o per l’esattezza di 31.8 centesimi) per ottenere i vantaggi di questa intonazione, ma è necessario anche che la scala e la tonalità di impianto permettano di avere tali frequenze (Do3 = 256 Hz – La3 = 432 Hz) e i loro armonici naturali. La scala dovrebbe essere quella pitagorica o just intonation. Al momento in occidente l’accordatura a 432 Hz viene fatta su scala temperata (ovvero accordando il La3 a 432 Hz e utilizzando i rapporti di frequenza del temperamento equabile).
SCALA PITAGORICA SCALA NATURALE Nota Rap. Dec. Rap. Fraz. Cent Freq. Hz Rap. Dec. Rap. Fraz. Cent Freq. Hz C3 1.000 1/1 0 256 1.000 1/1 0 259.2 C#3 1.068 2187/2048 114 273.3750 1.042 25/24 71 270 D3 1.125 9/8 204 288 1.125 9/8 204 291.6 Eb3 1.185 32/27 294 303.4074 1.200 6/5 316 311.04 E3 1.266 81/64 408 324 1.250 5/4 386 324 F3 1.333 4/3 498 341.3 1.333 4/3 498 345.6 F#3 1.424 729/512 612 364.5000 1.389 25/18 569 360 G3 1.500 3/2 702 384 1.500 3/2 702 388.8 G#3 1.602 6561:4096 816 410.0625 1.563 25/16 773 405 A3 1.687 27/16 906 432 1.667 5/3 884 432 Bb3 1.778 16/9 996 455.1111 1.800 9/5 1018 466.56 B3 1.898 243/128 1110 486 1.875 15/8 1088 486 C4 2.000 2/1 1200 512 2.000 2/1 1200 518.4 . . .
La scala pitagorica è un sistema musicale utilizzato nella musica antica per la costruzione della scala. ***Essa si basa sul concetto di consonanza perfetta, che si verifica quando due suoni vengono rappresentati da rapporti di numeri interi semplici.*** Viene attribuita a Pitagora, anche se alcuni studiosi ritengono fosse già conosciuta in Mesopotamia fin dal IV millennio a.C. Nel medioevo fu utilizzata nella musica occidentale, ma nel XV secolo con l’uso sempre più frequente degli intervalli armonici di 3ª e 6ª, tale scala si dimostra inadeguata; in quanto, mentre gli intervalli di 5ª e 8ª sono consonanti, quelli di 3ª e 6ª non lo sono (81:64 e 27:16). A tal proposito, nel XVI secolo, il teorico Gioseffo Zarlino propose di utilizzare gli intervalli consonanti della scala naturale, con terze maggiori rappresentate dal rapporto 5/4 e minori rappresentate dal rapporto 6/5. Zarlino stabilì l’altezza dei suoni della scala diatonica, basandosi principalmente sui rapporti matematici della serie armonica. La scala Zarliniana segue quindi la successione naturale dei suoni armonici, ed è costruita su tre tipi di intervallo fra note consecutive: tono maggiore (9/8), tono minore (10/9) e semitono diatonico (16/15). Mentre la scala pitagorica, costruita su due tipi di intervallo: il tono (9/8) e il semitono (256/243), si basa sulla progressione degli intervalli di 5ª con trasposizione dei suoni acuti all’ottava di partenza. Essa ha due caratteristiche principali: uniformità (con solo due tipi di intervallo), e consonanza negli intervalli di 8ª e 5ª.
***Tale combinazione produce un suono piacevole all’orecchio umano, che viene percepito come armonioso.
Nella teoria musicale e nella scala pitagorica, una consonanza perfetta si verifica quando due suoni sono espressi da rapporti di numeri interi semplici, noti come “rapporti pitagorici“. Quello più conosciuto è 2:1, che rappresenta l’ottava. Ciò significa che il secondo suono avrà una frequenza doppia rispetto al primo. Altri rapporti pitagorici includono il 3:2, che rappresenta la quinta perfetta, e il 4:3, che rappresenta la quarta perfetta.***
TERZA E SESTA MAGGIORE (SCALA PITAGORICA-NATURALE) – RELAZIONE TRA I RAPPORTI.
Terza maggiore:
- Nella scala pitagorica, la terza maggiore (Do-Mi) ha un rapporto di 81:64
- Nella scala naturale (o armonica), la terza maggiore ha un rapporto di 5:4
Sesta maggiore:
- Nella scala pitagorica, la sesta maggiore (Do-La) ha un rapporto di 27:16
- Nella scala naturale, la sesta maggiore ha un rapporto di 5:3
La terza e la sesta maggiore della scala pitagorica sono circa 21,51 centesimi più alte rispetto alla terza e alla sesta maggiore della scala naturale, una differenza percepibile ma non enorme.
La leggera stonatura che si verifica nella scala pitagorica è una conseguenza del metodo utilizzato per costruirla, basato esclusivamente su quinte giuste (rapporto 3:2). Questo approccio produce quinte perfettamente intonate, ma introduce piccole discrepanze in altri intervalli, come le terze e le seste. Questi intervalli, pur essendo vicini ai rapporti ideali, risultano leggermente più acuti rispetto alle loro controparti nella scala naturale.
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